Biodisponibilità

Il termine biodisponibilità descrive la quantità di un nutriente o di un principio attivo che può essere assorbita e utilizzata da un organismo.

Cosa si intende per biodisponibilità?

Il termine biodisponibilità descrive la quantità di un nutriente o di un principio attivo che può essere assorbita e utilizzata da un organismo.

La biodisponibilità misura il grado di assorbimento di un farmaco da parte dell'organismo. Indica la velocità e l'efficienza con cui il corpo elabora una sostanza ed è importante da conoscere perché è uno dei fattori principali che determina la quantità di farmaco da assumere per ottenere l'effetto desiderato.

La biodisponibilità è paragonabile all'assorbimento: è la proporzione di una sostanza attiva disponibile immutata nel flusso sanguigno. Indica la velocità e la misura in cui la sostanza (di solito un farmaco) viene assorbita (riassorbita) ed è disponibile immutata nel sito d'azione.

La biodisponibilità dopo somministrazione endovenosa (per definizione 100%, rosso, i.v.) e dopo somministrazione orale (nero, grigio, p.o.): Se le aree sotto le curve per il periodo di tempo sono le stesse per entrambi i tipi di somministrazione, anche la biodisponibilità orale corrisponde al 100% (area grigia sotto la curva nera). Aree più piccole corrispondono a una biodisponibilità inferiore.

Qual è la definizione di biodisponibilità?

La biodisponibilità è una misura della capacità di un farmaco di essere assorbito dall'organismo. Viene solitamente espressa in percentuale ed è importante perché può influenzare la quantità di farmaco da assumere e la reazione dell'organismo al farmaco.

Esistono diversi modi per misurare la biodisponibilità: biodisponibilità assoluta, biodisponibilità relativa e biodisponibilità orale.

La biodisponibilità assoluta si riferisce alla quantità di principi attivi in una forma di dosaggio in relazione alla loro concentrazione nel plasma dopo la somministrazione endovenosa. Ciò significa che i farmaci somministrati per via endovenosa hanno sempre una biodisponibilità assoluta del 100%.

La biodisponibilità relativa confronta una forma di dosaggio con un'altra forma di dosaggio considerata standard (ad esempio, una compressa con una soluzione). Per esempio, se si passa da un farmaco somministrato per via orale a uno iniettabile, il medico vorrà sapere se questo cambiamento ha influito sulla capacità di assorbire il farmaco in modo efficiente.

Infine, la biodisponibilità orale indica la quantità di un farmaco somministrato per via orale che raggiunge la circolazione sistemica dopo essere stato assorbito dal tratto gastrointestinale nel sangue o nei vasi linfatici (questo dipende da molti fattori).

Per comprendere la biodisponibilità, è necessario considerare come l'organismo elabora i farmaci. L'organismo ha diversi modi per elaborare i farmaci assunti. Può metabolizzarli (lo fa il fegato) o espellerli (lo fanno i reni). La misurazione della biodisponibilità riguarda la quantità di farmaco che entra effettivamente nel flusso sanguigno.

L'entità della biodisponibilità è solitamente espressa dalla variabile AUC, che rappresenta l'area sotto la curva. In termini di elaborazione di un farmaco da parte dell'organismo, è come vedere la quantità di farmaco che entra in circolo nel tempo: se si assume una singola dose e si misura l'effetto nell'arco di 24 ore, questo sarebbe un "punto" sul grafico a cui si applica l'AUC.

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